Il Nuovo Centro Congressi dell’Eur sorgerà su un’area di 27.000 metri quadrati (di proprietà di EUR SpA) in una zona strategica dello storico quartiere dell’Eur delimitata da via Cristoforo Colombo, viale Europa, viale Asia e viale Shakespeare.
I tempi previsti per i lavori di edificazione sono stimati in circa 36 mesi e l’apertura al pubblico è prevista per la fine del 2010.
L’Amministrazione comunale (con l’approvazione della Convenzione) e l’Eur SpA (con la validazione del progetto esecutivo presentato da Fuksas e la pubblicazione del bando di gara) hanno portato a compimento tutti i passaggi necessari ad avviare la procedura di gara per la realizzazione del Nuovo Centro Congressi dell’Eur.
La “Nuvola”, già considerata una delle più importanti opere architettoniche previste nella Capitale del terzo millennio, sarà uno dei più grandi fra i centri congressi d’Europa e del bacino del Mediterraneo.
«Sono già partiti gli inviti per le imprese – ha spiegato Fuksas – entro fine maggio sarà scelto il vincitore e tra giugno e luglio, se l’iter andrà in porto, partiranno i lavori»
La Nuvola «galleggerà» in una teca di acciaio e vetro, alta 32 metri, larga 75 e lunga 198. Il nuovo centro congressi sarà in grado di ospitare eventi tra loro molto diversi con una capienza fino a 9.500 persone, suddivise tra un auditorium e due grandi sale congressuali.
«La “nuvola” di Fuksas è un sogno della città che si avvera. Con questa opera Roma si arricchisce di un altro luogo di grande architettura che resterà nel tempo». Lo ha detto il sindaco Walter Veltroni, commentando il via libera del Consiglio comunale al progetto definitivo del nuovo Centro Congressi Italia dell’Eur. «Con questo centro si colmerà la lacuna sul turismo congressuale che consentirà, in tre anni, di poter attrarre nella nostra città quel segmento di mercato».
Fonte: http://www.romaeur.it
L’INTERVISTA
Fuksas: “Sono molto contento. E pensare che quel concorso non volevo neppure farlo”. Il cielo sopra la grecia: l’idea mi è venuta lì. Ho cercato di far convivere Borromini, Michelangelo e il pensiero razionale. Il sì in consiglio comunale spiana la strada all’inizio dei cantieri per il Centro congressi Italia disegnato da Massimiliano Fuksas.
- Architetto, è il grande giorno…
«Beh sì, sono contento. Si è chiuso un iter per ottenere piccole deroghe importanti per la concessione edilizia. Era una buccia di banana su cui rischiava di scivolare tutto, una nocciolina spazzata via». - Ora si parte.
«Il progetto è molto semplice. Mi sono stancato persino di parlarne: ho vinto il concorso a gennaio del 2000, ci lavoro dal ’99. Sono cinque anni della mia vita. E’ diventato un incubo. E’ stato esposto dappertutto, alla Royal Academy per un’estate, alla Biennale di Venezia, a Genova alla mostra di Celant… Spero che diventi una delle immagini importanti di Roma, forse l’immagine di questo inizio di millennio». - I gioielli di Michelangelo… e quelli di Fuksas.
«Io questo concorso non lo volevo neppure fare». - Scusi?
«Era un concorso aperto a tutti, e quando si diventa grandicelli si guarda ad altro. Sa, io ho compiuto 61 anni il 9 gennaio». - Paura di perdere tempo?
«Non pensavo che avrei vinto. C’era una prima fase aperta a architetti di tutto il mondo, sette passavano alla successiva. E poi è raro che una commissione italiana scelga architetti italiani». - Una selezione durissima…
«Tra l’altro per me era un momento terribile. Io esprimevo una forte critica al sindaco Rutelli, in parte anche ingiusta perché ha fatto un ottimo lavoro». - Alla fine ha fatto il profeta in patria.
«Nella prima fase, completamente anonima, abbiamo preso 12 voti su 12. E’ stata la vincita che ho festeggiato con più bottiglie di Champagne della mia vita: ero felicissimo di fare un’opera per Roma». - Ma come le è venuta in mente quella nuvola di gore-tex?
«Ero in Grecia, guardavo il cielo. Era completamente blu, non c’era nemmeno una nuvola. Così ne ho immaginata una. E l’idea l’ho usata per il concorso». - Ha buttato giù la prima bozza in Grecia?
«No, a Roma. Ho disegnato un grande quadro su un foglio di plastica, a tempera: la nuvola è rossa e arancione, con una specie di fondo bianco come un cielo molto luminoso. Avevo scritto anche le misure e nel progetto vero sono rimaste quasi inalterate». - Com’era questa nuvola greca immaginata in cielo?
«Era una grande nuvola senza forma precisa, senza una geometria rigorosa. Era contenuta in una scatola, era come un oggetto che pulsasse». - Bel contrasto.
«Questa città non è solo il barocco di Borromini o il classicismo manierista di Michelangelo. E’ anche il pensiero razionale di Libera, autore dell’attuale meraviglioso palazzo dei Congressi dell’Eur, e dell’architettura romana tra le guerre. Ho provato a far convivere le due cose». - Due anime che dialogano intorno a una nuvola.
«Io faccio un’architettura inclusiva; cerco la dialettica, invece dell’affermazione categorica». - Cosa le piacerebbe progettare per Roma?
«Un enorme contenitore per eventi dedicato ai giovani. Quello che manca a Roma è ciò che in Francia chiamano “Zenìt”: una sala per 10mila persone, per sentire musica o eseguire performance. Un luogo che non ha specificità ma è destinato ai grandi eventi dei giovani». - Dia un’occhiata al cielo: come lo vede questo Zenit romano?
«Già fatto: ci ho visto l’acqua. Il cambiamento della luce sul Tevere. Un edificio cangiante, che ruba la luce al giorno e alla notte, mai simile a se stesso». - Quando si penserà a Fuksas, cosa vorrebbe venisse in mente?
«Oggi la Fiera di Milano o i grattacieli di Vienna. O la Ferrari, piccolo grande progetto che amo molto. Ma quando la nuvola uscirà da terra…».
di Paolo G. Brera
da La Repubblica